sabato 20 settembre 2014

Dieci persone sole a pranzo

Il desiderio di andare a vivere da sola mi sta invadendo in quest'ultimo periodo. 
Non ci avevo mai pensato, e d'un tratto sento necessità impellente di indipendenza.
Sono legata ai miei genitori, davvero, non pensate male; in casa sto bene, mi trovo bene, non mi manca nulla. Aiuto volentieri quando mi viene chiesto di fare qualcosa, mi piace passare le oziose domeniche a leggere sul divano in salotto, è bello chiacchierare dopo cena stando seduti al tavolo, scambiandosi le vicende della giornata, ascoltando le vite che mi stanno vicine.

Prima del manifestarsi del disturbo, tuttavia ricordo di aver effettivamente avuto una gran voglia di indipendenza; o almeno, era quello che dicevo. Raccontavo a tutti che mi sarebbe piaciuto tanto viaggiare, vivere e studiare all'estero, essere una ragazza itinerante, senza un vero posto fisso; raccontavo che sarei tornata a casa per le vacanze e che al ritorno avrei avuto mille e mille aneddoti da riferire.

Poi sono diventata così.
E tutto si è affievolito.

Il livello della mia indipendenza si è ridotto sotto lo zero. Certo, posso andare e venire in macchina quando voglio senza dover conto a nessuno (20 anni mica per niente!), posso comprare con i miei soldini quello che mi piace, posso fumare in libertà senza la ramanzina, posso stare ore al computer/telefono senza che mi si pressi per sapere cosa sto facendo, posso uscire con un ragazzo dicendo che esco con un'amica. 
Cose normali per una quasi-ventenne, no?

Infatti non intendo questo per "indipendenza". Non sono libera di starmene imbronciata tutto il giorno in casa, per esempio; devo sorridere e “se non ci riesci almeno sforzati di farlo! ” ;  fingere
Fingere di stare bene, fingere di essere serena e tranquilla solo perchè tutti “sanno e mi capiscono”. Ma non è vero; tutti sanno, nessuno capisce. Non capiscono quanto cavolo sia faticoso appiccicarmi un sorriso falso ogni santa volta che qualcuno entra da quella porta, salutare falsamente con un “che bello che tu sia qui”.

Non capiscono e quindi se ne fregano.
Così, come OGNI sabato di OGNI settimana, a casa mia si riuniscono dieci persone per pranzo. Nessuno capisce l'ansia.


Non ho voglia di truccarmi.
Non ho voglia di fare bella faccia.
Non ho voglia di sorridere.
Non ho voglia di vedere la morosa di mio fratello che finge di aver superato il suo disturbo alimentare, quando io so che si sente male solo se qualcosa sfugge dal suo iper-controllo.
Non ho voglia di vedere il moroso di mia sorella che si impone in casa come fosse padre-padrone, aprendo/prendendo tutto quello che vuole da frigo/dispense.
Non ho voglia di vedere mio fratello e mia sorella succubi di loro.
Non voglio vedere mio papà che spara cagate per tentare invano di fare il simpatico, illudendosi che le risate siano sincere.
Non ho voglia di vedere mia mamma assente, che tenta di stare in tutti i discorsi, finendo per non seguirne nemmeno uno (in primis quando tento di chiederle una conferma relativa al cibo).

Siamo dieci persone sole, il sabato a pranzo.

Io non ho voglia di appiccicarmi un ipocrita sorriso, mentre muoio dentro.




Non va tutto bene.
Non va SEMPRE tutto bene.



2 commenti:

Ivory ha detto...

Questa purtroppo é una situazione che conosco fin troppo bene, anche senza 10 persone a pranzo. Io non ho ancora trovato una soluzione a questa situazione, spero che tu la troverai presto.
Ti seguo! Baci

Unknown ha detto...

io spero allora che la scopriremo insieme, entrambe! Ti abbraccio forte, grazie per essere passata **