Bonjour mes amis ❀
penultimo giorno di vacanze estive per me, poi ricomincia la scuola, l'ultimo anno di liceo, quello della maturità ( e già me la sto facendo sotto, quindi evitiamo ora di trattarne :) ).
Penultima mattina a casa, dunque, penultimo caffè delle 10.30 seduta comodamente sul letto, con il pc sopra le gambe incrociate. E di conseguenza penultima sigaretta post-coffee, ovviamente.
Ora, ci tengo a precisare una cosa: non ho intenzione di fare alcun post o addirittura di dedicare una pagina a ciò che dovrei intitolare "la mia storia" o "la mia lotta contro l'anoressia" o qualunque altro titolo che, in tutta sincerità, mi fa leggermente venire il voltastomaco. Preferirei, invece, raccontare di me poco a poco, tra le righe, più spontaneamente, più sinceramente; spero che a voi non dispiaccia. In caso contrario, quando qualcuno comincerà a leggere queste righe ( se mai qualcuno le leggerà.. ) e se ne sentirà la necessità, allora provvederò a soddisfare il bisogno :)
ma nel frattempo, torniamo a noi.
10.30, caffè. Sempre è stato, sempre sarà. Amaro, leggermente lungo, possibilmente illy ( moka? no, grazie ).
Solo
un anno fa il caffè era diventato parte fondamentale della mia alimentazione. Lo usavo per placare la
fame ( che io stessa mi creavo ), lo usavo per riaccendere una scintilla che mi serviva per andare avanti e non avere troppo
freddo nell'inverno di dicembre, e soprattutto nell'
inverno che avevo dentro di me. Non lo apprezzavo però, sapete? Lo bevevo perché assecondavo la mia malata
mente. Ma non ne sentivo l'aroma, non ne sentivo il piacere. Percepivo unicamente il caldo.
Se è questo che vi stata chiedendo,
no, non sono guarita. La mia mente è ancora
malata. E non solo quella.
Ma ora, ne sono consapevole: una volta toccato il fondo, ho capito che
il primo passo verso la libertà è ammettere ( a se stesse ) di essere malate, di avere un problema. Urlare AIUTO non è debolezza, è umanità. E si potrebbe restare sorprese da chi poi risponde.
Sì, oggi sono ancora malata. Ma lo so. E il piacere di assaporare un buon caffè ora lo sento. L'aroma mi scalda ancora, ma non più le ossa, bensì i sensi. Mi si riattivano, si svegliano. E non perché poco prima non rispondevano più, ma unicamente perché si erano assopiti nel tepore del mattino, dopo la colazione.
Perché ora la colazione la faccio. Ed è bellissimo, saper di poterla fare, non esserne più escluse, averne il permesso.
Il caffè ha cambiato sapore da quando ho ammesso di avere un problema.
E forse non ci crederete, ma anche la sigaretta che segue ora è più dolce.
Così vi lascio, invitando chiunque stia leggendo a farsi pure lui un caffè e assaporarlo; dicono che la vita è fatta di attimi, e quello per il caffè a metà mattina è un ottimo momento da concedersi. Un attimo in cui ( anche se fosse per caso il penultimo giorno di vacanze, se fuori avesse pure cominciato a piovigginare e la voglia di sorridere proprio non si facesse viva ) , respirandone l'aroma caldo, potersi dire che
oggi è un ottimo giorno per avere un ottimo giorno.
XOXO
Rachel ♀